Come ho scattato quest’immagine: Myanmar – tea time, lago Inle

Per quanto riguarda la fotografia ho due certezze:

  • si fotografa ciò che si è
  • c’è un fotografo capace in ognuno di noi.

Questo pensiero genera due processi per me importanti:

1)  la mia personale ricerca attraverso la quale cerco di arrivare a due cose: la vostra anima e la mia.

2)  il mio impegno nell’insegnamento.
Per me insegnare la fotografia è piantare dentro ciascuno di voi un seme di certezza sul fatto che ognuno di noi ha tante cose da esprimere e tutto il necessario per farlo, come vedrete nell’immagine rappresentata.

Scattai questa fotografia, una delle mie opere preferite in assoluto, nel 2012 durante il viaggio in Myanmar (Birmania) con Steve McCurry, durato 12 giorni.

Eravamo verso la fine del viaggio, già stanchi. Io ero emotivamente molto provata perché durante quel viaggio, già dal primo minuto, avevo messo in discussione tutto ciò che sapevo fare prima e mi ero spinta a fotografare, e cosa più importante, a osservare la scena, come non avevo mai fatto.

Per me è stato traumatico.

Rinunciare a tutte le mie certezze mi spaventava e mi sembrava di non fare altro che perdere un’occasione dietro l’altra per scattare delle immagini di valore.

Ho pianto in camera tutte le notti.

Per fotografare i pescatori del Lago Inle, dove è stata scattata quest’immagine, ci alzammo prima delle 4 del mattino.

La strada da percorrere era lunga e via acqua. A quell’ora faceva talmente freddo che indossammo i piumini, cappelli e guanti da sci… e non bastò per scaldarci.

Ci muovevamo con delle barche molto simili a quelle dei pescatori e decisamente poco stabili.

Eravamo tre fotografi per ogni barca; Steve era con me, proprio al mio fianco, e vi assicuro che questo non mi rendeva tranquilla. L’ansia da prestazione fa brutti scherzi a volte.

La fotografia è stata scattata verso le 6:30 del mattino e ci tengo a precisare che non è stata in alcun modo modificata in post-produzione.

Il colore magico e dorato è dato semplicemente dall’ora in cui è stata scattata.

Mentre Steve e il mio collega stavano scattando nella direzione della luce, io fui colpita dal controluce che illuminava il bicchiere nel quale un pescatore stava per versare il the.

Quindi ho scattato dando loro le spalle, né Steve né il collega si accorsero di ciò che stavo fotografando.

Il mio intento fu quello di immortalare il bicchiere illuminato in centro, organizzando la scena intorno in una composizione equilibrata ma non banale.

Di pescatori ce n’erano tanti e bisognava decidere in frettissima cosa escludere dall’inquadratura – quel raggio nel bicchiere non sarebbe rimasto lì a lungo!

I pescatori si muovevano di continuo, la nostra barchetta anche… diciamo che comporre non è stato facile…

Ciò che accade, però, quando siamo allineati con noi stessi e con la scena che stiamo fotografando è che ad un certo punto tutto fluisce e accadono magie.

Non si chiama fortuna, si chiama perseveranza e centratura.

Nonostante la presenza, per me “ingombrante”, del mio Maestro, il freddo, il muoversi della barca e della scena, il continuo cambio di luce, la stanchezza accumulata ecc., ricordo ancora molto bene la sensazione di totale e serena centratura che avevo mentre scattavo e aspettavo che i pescatori nel medio e ultimo piano si “mettessero” al loro posto, muovendomi leggermente destra-sinistra per inquadrare meglio.

Di scatti ne ho fatti solo tre o quattro anche se, normalmente, in una situazione del genere tendo a scattare una raffica di 20-25 immagini per essere certa di aver colto l’attimo. Non ce n’è stato bisogno.

Come per magia, appunto, i pescatori si sono posizionati con grande eleganza ognuno al proprio posto, quello perfetto, creando quasi una piccola immaginaria spirale aurea partendo dal più piccolo in fondo a destra, poi quello in piedi sul piano medio e “curvando” sui due soggetti principali.

La goccia del the, colei che da un tocco di meraviglia a questo scatto, non era, ammetto, nei miei pensieri.

È apparsa nel momento perfetto, posando con nonchalance come una modella ben allenata.

La mia fotografia è la ricerca dell’essenza che esprimo attraverso gli scatti che arrivano dritti al punto.

Faccio della luce il mio alleato più fedele, guardo oltre l’ovvio e compongo per totale sottrazione di elementi superflui.

E questa immagine, per la quale sono grata, ne è un perfetto esempio.

Lago Inle, Myanmar, febbraio 2012, f/2.8 – 1/8000 – ISO100.

2 risposte

  1. Bellissima condivisione! Mi fa piacere sentir parlare di insicurezze da una fotografa esperta, perché mi fa sentire meno incapace, perché così ci si sente di fronte ad alcune situazioni fotografiche. 📸🤗👏

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